Come già detto, la principale meta era la forte economia tedesca. In essa, i veneti, spesso ignari di una sempre più sofisticata legislazione sociale, ricevevano paghe basse e nessun risarcimento in caso di incidente. Solo con il diffondersi della consapevolezza di classe socialista incominciarono le prime rivendicazioni, presto stroncate dalla decisione padronale di attingere al bacino di manodopera dell’Europa orientale tralasciando quello veneto. Progressivamente, perciò, l’attenzione degli emigranti si concentrò sull’America meridionale. Dal 1876 iniziò un diverso tipo di emigrazione veneta, a carattere stanziale e non più temporaneo. Meta preferita: Argentina, Uruguay e Messico, ma, soprattutto, gli Stati meridionali del Brasile. Qui la presenza veneta fu addirittura incoraggiata dal governo brasiliano, tanto che gli stati di Santa Caterina, del Paranà, e di Rio Grande do Sul cominciarono ad essere considerati come un ‘altro Veneto’.