Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
 
  

Storia dell'emigrazione verso l'Argentina e l'Uruguay

Risalgono agli ultimi decenni dell’Ottocento le prime partenze di gruppi di coloni friulani per l’Argentina, e sono i primi contingenti di un flusso che si prolunga per quasi un secolo, rinnovandosi nel tempo e nelle motivazioni, attraverso una catena migratoria ininterrotta. Dapprima contadini in cerca di nuove terre da coltivare, portatori nelle colonie di Resistencia, Avellaneda, Colonia Caroja, Formosa, San Benito, Sampacho dei valori della civiltà contadina di partenza, poi anche muratori, imprenditori edili, fornaciai diretti verso le città di Cordoba, Rosario, Santa Fe, Buenos Aires, quindi gruppi sempre più diversificati di persone mosse da motivazioni via via più complesse, non sempre solo economiche, i friulani, i giuliani, gli istriani e dalmati emigrati in Argentina e in Uruguay formano importanti comunità e danno vita ad un legame reciproco sempre rinnovato con il luogo d’origine.

I primi contingenti di coloni friulani “italiani” e “austriaci” giunti in Argentina tra la fine del 1877 e i primi anni Ottanta dell’Ottocento partono attratti dalla possibilità di poter disporre facilmente di terre. L’affermazione di valori propri della civiltà contadina di partenza è evidente, per esempio, nelle colonie friulane di Resistencia, Avellaneda, Colonia Caroya, Formosa, San Benito, Sampacho.
Tra Ottocento e Novecento, non solo agricoltori emigrano in Argentina, ma anche muratori, imprenditori edili, infermieri, fornaciai, intellettuali inquieti. Le mete sono i capoluoghi e le città più importanti come Cordoba, Rosario, Santa Fe, ma soprattutto Buenos Aires.
La fine della grande guerra ripropone ai friulani la scelta dell’emigrazione all’estero. Tra 1920 e 1930, tuttavia, non solo motivazioni di carattere economico spingono i friulani a varcare l’oceano. Gli antifascisti Egidio Feruglio, Rodolfo Kubik, Giuseppe Tuntar, Luigi Tonet, Giovanni Minut e moltissimi altri friulani e giuliani della minoranza slovena e croata raggiungono l’Argentina e l’Uruguay.
Dopo il 1945 riprende il flusso verso i paesi di più antica emigrazione come l’Argentina e, in parte, l’Uruguay. Le partenze di emigranti e di profughi istriani e dalmati, tuttavia, si esaurisce attorno ai primi anni Cinquanta. Gli anni Ottanta e l’arrivo in regione, tra 1989 e 1991 e tra 1998 e 2002 dei discendenti dei friulani e giuliani emigrati oltreoceano mise allo scoperto la distanza tra due comunità che conoscevano solo lo stereotipo dell’altra.


            

Data pubblicazione 29/10/2013 16:01:00