Nel dicembre 2011 si e’ spento all’ospedale della Marina Militare di Buenos Aires Raffaello Manazzone, un friulano conosciuto sia nella patria di origine che in quella adottiva.
Era nato a Pantianicco, in provincia di Udine, nel marzo del 1925. I genitori erano emigrati, e Raffaello crebbe con i nonni. Lavorò fin dall’adolescenza, in particolare nella fabbrica Mangiarotti di Codroipo, ma anche nel Lazio, dove era emigrata la madre, presso le industrie belliche di Colleferro.
Durante la seconda guerra mondiale si trovava in Friuli, e a 19 anni si arruolò nella brigata partigiana Osoppo-Friuli, con il nome di battaglia di “Orlando”. Combattè in Carnia e nella Val d’Arzino.
Nel dopoguerra si arruolò nella polizia militare delle truppe alleate, poi la crisi nazionale con le sue tensioni sociali lo spinse ad emigrare in Argentina, dove lo attendeva il padre. Giunse a Buenos Aires il 15 novembre del 1950, dopo un viaggio in nave di 40 giorni.
Dopo un periodo di lavori saltuari, trovò occupazione definitiva presso l’Arsenale Militare della Marina nella capitale Argentina dove, qualche anno dopo, sposò Iolanda Mauro, nata in Francia da genitori friulani originari di Pocenia.
Fin dai primi anni vissuti in Argentina si interessò alla paleontologia. Lo appassionava la ricerca, attratto com’era dalla vastità degli orizzonti della Patagonia, e consacrava le ferie alle campagne di scavo. Raggiunta la pensione nel 1986, dedicò interamente la sua vita alla ricerca paleontologica, promuovendo numerose campagne di scavo, soprattutto in Patagonia alla ricerca di dinosauri cretacei, e svolgendo una costante attività didattica.
Raccontava le sue esperienze alle scolaresche, che amava accompagnare nella visita all’importante Museo di Storia naturale di Buenos Aires “Bernardino Rivadavia”, ove ricopriva la carica di tecnico specialista nella ricostruzione dei fossili. Descriveva ai ragazzi i territori aridi, isolati e desertici che aveva percorso spesso a piedi e sotto il sole, trasportando a spalla per chilometri i fossili raccolti, facendosi largo tra la micidiale vegetazione spinosa.
Durante l’inverno proseguiva l’attività come preparatore di fossili per le più importanti istituzioni scientifiche e per le esposizioni della capitale, e non solo di questa. Collaborava infatti con diversi musei, in particolare con il Museo paleontologico di Trelew, nel Rio Negro, intitolato ad Egidio Feruglio, un altro friulano, grande geologo che visse ed operò in Argentina.
La sua vasta esperienza e la sua straordinaria competenza gli valsero l’apprezzamento dalla comunità scientifica, che gli dedicò nel 2007 la denominazione di un piccolo dinosauro bipede scoperto dai paleontologi Augustin G. Martinella e Ezequiel I. Vera: l’Achillesaurus Manazzonei.
Si tratta di una specie poco nota di piccolo sauro carnivoro alto circa due metri, con il corpo coperto da un primitivo piumaggio, definito maniraptor perché dotato di arti anteriori in grado di afferrare, con una funzionalità simile a quella delle mani.
Il nome di Manazzone sarà così ricordato per uno dei passaggi evolutivi più importanti dell’era dei dinosauri. Il rettile del tardo Cretaceo, rinvenuto in Patagonia nella località di Paso Cordoba nella Provincia del Rio Negro, rappresenta infatti un importante anello di congiunzione tra rettili ed uccelli.
Questo riconoscimento fu per Rafael il coronamento di una vita di ricerche sul campo in Patagonia e di preparazione dei fossili nel laboratorio di cui disponeva nel museo paleontologico di Buenos Aires, a fianco dei più importanti studiosi argentini.
La sua scomparsa ha destato un vasto cordoglio nella comunità scientifica di Buenos Aires e del Rio Negro.
La notizia, giunta in Friuli, ha suscitato un sincero dolore, in particolare a Pantianicco, suo paese natale, in comune di Mereto di Tomba.
Qui Raffaello Manazzone era rimasto sempre in contatto con parenti ed amici, che lo festeggiarono un’ultima volta nel 2001 , quando visitò la sua terra d’origine insieme alla moglie Iolanda Mauro. Sarà ricordato nella prossima seduta del consiglio comunale.
Nel 2007 pubblicò per i tipi della Editorial Dunkel di Buenos Aires la sua autobiografia, che intitolò La vida azarosa de Rafael Manazzone – Orlando, e nel 2011 ha dato alle stampe l’avventuroso racconto delle sue ricerche scientifiche.
Per suo desiderio le sue ceneri saranno sparse nelle terre Patagoniche che lo videro lavorare duramente nel portare alla luce le testimonianze di una storia evolutiva affascinante e lontana, incontrando ed avvicinando i popoli indios dei Mapuches e dei Tehuellches, abitatori da millenni di queste terre alle quali ha voluto tornare.
Gian Carlo Fiappo