Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
 
  

Risposte ai ragazzi di Fagagna, quarant'anni dopo

Leonardo Zanier risponde alle nuove domande sull'emigrazione che gli studenti delle Scuole Medie di Fagagna gli pongono dopo le prime che i loro predecessori gli avevano rivolto nel 1972

La tavola rotonda che si è svolta sabato 14 aprile nel Palazzo municipale di Fagagna è stata l’occasione per ricordare quell’importante esperienza didattica che verteva su tre quesiti: cos’è l’emigrazione; perché si emigra; saremo anche noi emigrati?
Dopo l’introduzione dell’Assessore all’Istruzione del Comune di Fagagna, Giuseppe Miotti, è stato Roberto Lestani, uno dei ragazzi di allora, a ricordare il contesto familiare, culturale e didattico in cui era nata l’idea di interpellare il poeta e uomo di cultura carnico Leonardo Zanier. Nella Scuola si preparava, con la guida di Gianni Gregoricchio, un innovativo laboratorio teatrale sul tema dell’emigrazione che si sarebbe concluso con la rappresentazione del testo “… e noi che figli siamo” scritto dallo stesso Gregoricchio. Lestani ha sottolineato come l’emigrazione dal Friuli verso l’estero fosse un tema particolarmente vicino a tutti perché toccava pressoché tutte le famiglie di Fagagna e ha ricordato la partecipazione emotiva e l’entusiasmo suoi e dei suoi compagni di classe, che ancora oggi ricordano bene quell’esperienza, fossero grandi.

A questi ricordi hanno fatto da contrappunto quelli di Leonardo Zanier che, dopo aver rievocato la temperie culturale degli anni sessanta, caratterizzata prevalentemente da una visione retorica e pietistica dell’emigrazione friulana, ha ripreso alcuni dei temi trattati nel suo libro “Libers di scugnî là”.
Ha poi raccontato l’esperienza didattica fagagnese e la possibilità di riassumere nelle tre risposte la ricchezza delle esperienze migratorie dei friulani partiti per l’estero e di coloro che dall’estero, per la prima volta, arrivavano in Friuli.
Allora, i ragazzi di Fagagna non si erano rivolti solo a Zanier, ma anche a tutte le istituzioni locali. Il complesso delle risposte che avevano ricevuto sono state quindi raccolte in un libro edito dal Circolo Colavini di Aiello dal titolo “Risposte ai ragazzi di Fagagna”.
La genesi e la fortuna di quella pubblicazione sono state ricordate, nel corso della tavola rotonda, da uno dei giovani editori dell’epoca, Carlo Bressan, che ha raccontato i primi incontri con Zanier e la decisione di far conoscere le sue tre risposte con un libro che ha avuto un’ampia diffusione anche grazie alle vendite che si realizzavano durante gli spettacoli musicali del Canzoniere di Aiello.
L’iniziativa della tavola rotonda è nata nell’ambito del progetto AMMER ed è stata affiancata all’inaugurazione, presso il Museo di Cjase Cocèl, della mostra itinerante “In viaggio” dedicata in particolare al mondo della scuola.
È stato il coordinatore scientifico di AMMER, Antonio Giusa a spiegare come si sviluppano le attività didattiche a corollario dell’Archivio della Memoria dell’Emigrazione Regionale che, dopo una serie di laboratori nelle scuole primarie e secondarie, si sono concentrate nella veicolazione della mostra.
A questo punto ha preso la parola la Dirigente scolastica di Fagagna, Paola Floreancig, che ha spiegato come l’invito dell’AMMER abbia trovato un terreno fertile nelle classi della Scuola media, dove gli insegnanti da tempo si occupano di affrontare il tema delle migrazioni nella nuova realtà multiculturale che caratterizza anche Fagagna.
Si sono quindi succeduti al microfono sei studenti che hanno rivolto a Leonardo Zanier, a quarant’anni di distanza dalle prime, le nuove domande, adeguate ai tempi e alle nuove strade che i movimenti migratori hanno preso negli ultimi anni.
Qual è la relazione fra emigrazione e globalizzazione; cos’è l’emigrazione oggi; dove sono finite le valigie di cartone; l’emigrazione è oggi soprattutto fuga di cervelli; quali ricordi restano dell’emigrazione e dove; siamo un paese di “figli di emigranti?
Leonardo Zanier ha iniziato a rispondere ai ragazzi, ripromettendosi di rielaborare le sue riflessioni in una forma letteraria.
Le conclusioni della tavola rotonda sono state tratte dall’antropologo Gian Paolo Gri, responsabile scientifico dell’AMMER, che ha richiamato la lezione aristotelica per riaffermare la necessità del mantenimento della memoria e della sua costante “manutenzione”, utile strumento per non dimenticare la storia dell’emigrazione friulana e per comprendere meglio, anche nell’ambito educativo, la nuova realtà delle migrazioni che interessano il Friuli Venezia Giulia.


            

Data pubblicazione 10/07/2013 17:05:00