Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
 
  

"Americhe"

Due tappe friulane della mostra fotografica “Americhe” di Francesco Nonino.

Dopo New York e Philadelphia la mostra è attualmente visitabile presso il Circolo operaio di Frisanco, il Sabato e la Domenica dalle 16 alle 20. Per gli altri giorni su richiesta al Comune (tel. 0427-78061). Dopo Frisanco la mostra sarà ospitata dal 23 luglio al 30 luglio a Maniago, nella Casa della Gioventù, in occasione dell’annuale raduno Efasce, per poi ritrasferirsi negli Stati Uniti.

Si tratta di una ricerca fotografica nata nell’ambito di AMMER. Nonino ha incontrato i protagonisti delle interviste che sono state realizzate nell’ambito della parte statunitense del progetto e ne ha ricavato una serie di ritratti fotografici. A conclusione del lavoro l’autore, in collaborazione con il CRAF, con la Comunità montana del Friuli occidentale e con il Comune di Frisanco, ha realizzato una mostra, con relativo catalogo bilingue italiano-inglese che, dapprima presentata nella capitale della Pennsylvania e a New York presso il John D. Calandra Italian American Institute, sarà poi trasferita a Cleveland.

Si presenta di seguito il testo del contributo scritto per il catalogo della mostra da Antonio Giusa.

Vite migranti.
Storie di emigrati in America nel racconto fotografico di Francesco Nonino.

Il lavoro fotografico “Americhe” di Francesco Nonino si inserisce in un ampio progetto di valorizzazione della memoria dell’emigrazione dal Friuli Venezia Giulia che fa capo all’Archivio Multimediale della Memoria dell’Emigrazione Regionale (1). In quella sede, oltre a testimonianze orali e a documentazione storica, sono soprattutto conservate le immagini che provengono da archivi privati. Con le parole e le fotografie i migranti costruiscono le proprie storie di vita, ripercorrendone le tappe fondamentali. In questo ambito si sviluppa un’analisi che, discostandosi da quelle quantitative, incentrate sull’entità dei flussi migratori, si sofferma, invece, sulla soggettività di persone ricche di esperienze e sui loro racconti.
Fra i casi di studio si è scelto quello dei friulani emigrati negli Stati Uniti d’America, in particolare di coloro che provengono dalla montagna pordenonese, segnatamente dal comune di Frisanco. Dopo l’approfondimento sui materiali fotografici storici, svolto nell’ambito di una mostra fotografica itinerante (2), Francesco Nonino completa il percorso di ricerca con gli strumenti della fotografia a noi contemporanea, incontrando alcune delle persone che hanno collaborato al progetto AMMER.
Nonino ha svolto il suo lavoro durante il 2008 nei sobborghi di Philadelphia e di New York. In queste due aree metropolitane vi è una storica presenza di friulani. Nella città della Pennsylvania le prime generazioni erano occupate prevalentemente nel settore dell’edilizia (3) e, anche da Poffabro, una frazione del comune di Frisanco, sin dal 1890, richiamati dal “pioniere” Massimiliano Roman, erano giunti centinaia di compaesani (4) che, forse attratti dalla massiccia presenza di castagni, alberi a loro ben noti, si stanziarono a Chestnut Hill, dove molti dei loro discendenti tutt’ora risiedono (5).
A New York mosaicisti e terrazzieri provenienti dalla zona montana pordenonese furono presenti sin dagli anni Ottanta dell’Ottocento, ma è nel Ventesimo secolo che i friulani si concentrarono numerosi a Manhattan, nelle abitazioni e nelle boarding houses da loro gestite in una zona che andava “dalle 29 alle 35 strade, presso la Terza Avenue” (6). Ora la comunità è dispersa nella metropoli tentacolare, ma i più anziani ricordano l’epopea dell’edificazione dei grandi buildings che vide in prima linea il popolo dei costruttori friulani.
Il lavoro di Francesco Nonino si colloca in un’area di ricerca fotografica che ha scelto come soggetto d’indagine le comunità italiane ormai integrate all’estero o i particolari legami esistenti fra i luoghi di provenienza e quelli di destinazione. Si cita in particolare il lavoro di Paola Agosti, che si è occupata delle comunità piemontesi in Argentina (7). Quello di Maria Zorzon, di lontane origini friulane, ma nata e cresciuta in Argentina, che si è mossa da ambo le parti dell’Oceano per condurre “una personale ricerca d’identità” e un percorso fotografico che ha interessato la zona del cormonese, in provincia di Gorizia, e la colonia di Reconquista, nella provincia di Santa Fe (8) e le città di Cordenons, sita nei pressi di Pordenone, e di Avellaneda vicina a Buenos Aires (9). Infine quello di Marina Cavazza che, a distanza di cinquant’anni dalla tragedia di Marcinelle, è andata alla ricerca della memoria delle vittime presso le loro famiglie rimaste in Belgio o ritornate in Italia (10). Lo stesso Nonino, una decina d’anni orsono, aveva iniziato un progetto di ricerca sui friulani di New York e si era concentrato soprattutto sul contesto familiare e sugli oggetti d’affezione conservati nelle case degli emigrati (11).
In questo nuovo lavoro Francesco Nonino riprende il tema e lo rielabora. Nelle sue fotografie troviamo ora pochi oggetti e sempre legati al filo di un racconto fotografico che si dispiega in una forma molto intima e vicina alle persone incontrate, inframezzato con le citazioni tratte dalle interviste ai protagonisti. In questo modo trova spazio l’oralità che, nei rapidi brani scelti dall’autore, ci restituisce sinteticamente, accompagnata al potente strumento fotografico, il senso delle vite che scorrono nelle pagine del catalogo. Nonino non teme la ridondanza dello scritto, né è preoccupato di perdere le prerogative artistiche del fotografo e, come già autorevolmente avevano fatto, in forme diverse, Walker Evans (12) e Paul Strand (13), costruisce un libro esplorando una dimensione narrativa affatto nuova per lui, fotografo di nuvole (14) o addirittura autore di un erbario virtuale realizzato senza la macchina fotografica, ma con un comune scanner (15).
Nonino incontra i friulani degli Stati Uniti d’America, ne conquista la fiducia e ne accompagna i gesti della quotidianità per poi, con grande maestria e sensibilità, portare alla luce, ripulendola dalla coltre di neve di Kracaueriana memoria, la loro storia. Con i ritratti di Nonino ci si allontana dall’istantaneità e, seguendo un memorabile e raffinato ragionamento dello scrittore Leonardo Sciascia, si transita dal fisico al metafisico e “si realizza un’attendibilità che non pone o allontana il problema della somiglianza fisica e però restituisce il senso di quella vita, di quella storia, di quell’opera compiutamente, in ‘entelechia’” (16).
Nonino sceglie ambienti domestici non molto illuminati e, confidando che nel ritratto si accentri, “condensandosi in una forma metastorica, la quantità massima di oggetti e segni storicamente rilevanti relativi al soggetto” (17), restringe le inquadrature sui volti degli emigrati friulani, limitandosi a completare l’analisi con la visione ravvicinata delle loro mani conserte.
Il risultato di questo racconto fotografico, in apparenza semplice e scarno, è, invece, di grande efficacia e, grazie ad una forte carica di empatia, riassume bene le vite delle persone incontrate. Parafrasando Cesare Zavattini che introduceva le citate fotografie di Strand associate alle “confidenze” della gente di Luzzara, in conclusione viene voglia di scrivere che sarebbe bello “interrogarne almeno un migliaio, fare un bel librone dando una pagina” a ciascun friulano d’America.

(1) L’archivio, promosso dal Servizio Identità Linguistiche, culturali e Corregionali all’Estero e dal Centro di catalogazione e restauro della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con le Università di Udine e Trieste, è accessibile in rete nel sito www.ammer-fvg.org.
(2) Cfr. Antonio Giusa – Manuela Astore (a cura di), Oltre l’oceano una nuova frontiera. Immagini dell’emigrazione dal Friuli Venezia Giulia negli Stati Uniti / A new frontier across the ocean. Images of the emigration from Friuli Venezia Giulia to the United States, Udine – Lestans (PN), 2008
(3) Cfr. Luigi Ridolfi, I friulani nell'America del Nord, Udine, Arti Grafiche Cooperative Friulane, 1931, pp. 135-137
(4) Cfr. Chino Ermacora, Nostalgia di focolare, Udine, Doretti, 1967, pp. 125-128
(5) Cfr. Manuela Astore, Da Frisanco a Chestnut Hill. Album fotografico di una comunità / From Frisanco to Chestnut Hill. The photographic album of a community, in Antonio Giusa – Manuela Astore (a cura di), Oltre l’oceano una nuova frontiera. Immagini dell’emigrazione dal Friuli Venezia Giulia negli Stati Uniti / A new frontier across the ocean. Images of the emigration from Friuli Venezia Giulia to the United States, cit., pp. 78-81
(6) Cfr. Luigi Ridolfi, I friulani nell'America del Nord, cit., p. 24
(7) Cfr. Paola Agosti, Dal Piemonte al Rio della Plata. Immagini di emigrazione, Torino, Regione Piemonte, 1988
(8) Cfr. Maria Zorzon, Parientes Lejanos/Parenti Lontani, Gorizia, Provincia di Gorizia, 2005
(9) Cfr. Cordenons Avellaneda. Caratteri e fotografie di un’emigrazione, Lestans (PN), CRAF, 1998
(10) Cfr. Marina Cavazza, Dans l’intimité de la mémoire / Nell’intimità della memoria, Roma, Peliti Associati, 2006
(11) Cfr. Dal Friuli a New York. Francesco Nonino, Gianni Cesare Borghesan, Lestans (PN), CRAF, 2006
(12) Cfr. James Agee – Walker Evans, Let us now praise famous man, Boston, Houghton Mifflin Company, 1941; trad. it. Sia lode ora a uomini di fama, Milano, Il Saggiatore, 1994
(13) Cfr. Paul Strand – Cesare Zavattini, Un paese, Firenze, Alinari, 1997
(14) Cfr. Francesco Nonino, Atmospheres, Bologna, Damiani, 2005
(15) Cfr. Francesco Nonino, Hortus Pictus, Modena, s.n., 2005; il progetto è stato poi analizzato in Claudio Marra, L’immagine infedele. La falsa rivoluzione della fotografia digitale, Milano, Bruno Mondadori, 2006, pp. 130-131
(16) Cfr. Leonardo Sciascia, Il ritratto fotografico come entelechia, in Id., Fatti diversi di storia letteraria e civile, Palermo, Sellerio 1989, pp. 153
(17) Cfr. Francesco Faeta, Il ritratto fotografico e il documento biografico in etnografia. Riflessioni a partire dall’opera di Nuto Revelli, in Id., Fotografie. Uno sguardo antropologico, Milano, Franco Angeli, 2006, p. 92

Di seguito uno scritto dell'autore Francesco Nonino
Il 4 dicembre 2009, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia, è stato presentato presso la University of Pennsylvania a Filadelfia il volume “Americhe”, edito dal CRAF, con un testo di Antonio Giusa, che raccoglie il lavoro fotografico da me realizzato sulle comunità di emigrati friulani residenti nelle aree urbane di Filadelfia e di New York. La collaborazione tra il CRAF, l’Archivio Multimediale dell’Emigrazione Regionale (AMMER) e il Center for Italian Studies del prestigioso ateneo statunitense ha consentito di includere il progetto in un’importante occasione internazionale di confronto tra studiosi della cultura e della lingua italiana: il XX convegno della Associazione Internazionale di Studi di Lingua e Letteratura Italiana (AISLLI). Il tema del convegno, “Linguaggi, culture e identità italiane nel mondo”, costituisce un contesto particolarmente appropriato per presentare il volume e la relativa mostra fotografica che comprende 31 ritratti di friulani, le cui origini sono radicate nel territorio della nostra Regione, in particolare nel comune di Frisanco e in aree limitrofe della provincia montana di Pordenone. Le riprese fotografiche, realizzate nel 2008, si focalizzano su volti e sguardi che, associati a brevi ed emblematici frammenti di storia personale, costituiscono una testimonianza diretta e vissuta che spesso va perduta nella storiografia e nelle stime quantitative della ricerca demografica. La scelta di costruire i ritratti come dittici, associando il volto a un primo piano delle mani, ha lo scopo di rimandare alla ricchezza interiore di queste persone senza dimenticare la strada fisicamente percorsa, il lavoro, l’energia occorsa per ricostruire una vita altrove. Ciò che più mi ha colpito, e che ho tentato di cogliere nelle mie fotografie, è una sorta di “orgoglio sereno” con il quale queste persone riescono a coniugare il senso di appartenenza alle proprie radici e l’attaccamento riconoscente a un Paese che ha dato loro un futuro, a volte impossibile da immaginare al momento della loro partenza. A molti ho chiesto anche di mostrarmi un oggetto di affezione legato alla propria identità friulana, che spesso è servito sia da spunto per testimonianze del proprio vissuto, sia da soggetto fotografico a complemento dei brevi racconti che accompagnano le immagini. Martedì 8 dicembre alle 18 il libro e la mostra “Americhe” sono stati presentati a New York City presso il John D. Calandra Italian American Institute, affiliato al Queens College (City University of New York) dove la mostra è stata ospitata sino all’8 gennaio 2010. Francesco Nonino


            

Data pubblicazione 11/07/2013 13:06:00