Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
 
  

“Quarantaseiesimo parallelo: incontri di nostalgie. Letture, lettere e versi della lontananza”

Roberta Corbellini, direttrice dell’Archivio di Stato di Udine, lunedì 4 gennaio 2010 nel Salone del Popolo a Palazzo D’Aronco, Municipio di Udine, presenta lettere scritte ai familiari dagli emigranti friulani.

Oltre alla storia delle battaglie, delle economie e delle conquiste delle civiltà, è possibile scrivere una storia dei sentimenti, una storia che ricostruisca l’evoluzione delle emozioni che sono il motore del mondo? Lo storico inglese Theodore Zeldin è convinto che ciò sia possibile.
Nel suo celebre libro “Storia intima dell’umanità” egli sostiene che la nostra mente è il rifugio di “fantasmi” che risalgono a secoli diversi e alle generazioni che ci hanno preceduto. “Tutti noi – scrive – proseguiamo le battaglie che hanno impegnato altre comunità sparse nel mondo”; molte vivono ancora nella mente della gente e questo rende possibile interfacciare storicamente gli individui o perlomeno cercare un accostamento tra generazioni diverse e persino tra comunità e gruppi sociali, attivi o estinti, apparentemente lontani.
Nel Salone del Popolo di Palazzo D’Aronco – lunedì 4 gennaio, alle 16.30 – in occasione della chiusura della mostra fotografica “Colors” di Andrea Bernardis, un progetto di vicino/lontano dedicato alla nuove presenze che abitano la città di Udine, verrà chiamata in campo la storia per spiegare il sentimento della lontananza. “Quarantaseiesimo parallelo: incontri di nostalgie” è il titolo dell’appuntamento proposto a chiusura del ciclo di incontri che si sono realizzati nell’ambito della mostra. Roberta Corbellini, direttrice dell’Archivio di Stato di Udine, proporrà al pubblico letture, lettere e versi della lontananza. Nei fondi conservati all’Archivio di Stato di Udine sono state infatti recentemente riordinate preziose lettere, scritte nell’Ottocento e inviate alle famiglie da friulani emigrati in Germania, in Ungheria, in Austria e oltreoceano. Sono documenti di estremo interesse giunti a noi perché passati di mano in mano per essere un giorno riletti. Molti di questi testi sono brevi e secchi, spesso ripetono formule di rito e rivelano un uso incerto della scrittura e della lingua. Alcune lettere sono state scritte sotto dettatura, perché all’epoca pochi sapevano leggere e scrivere. Altre provengono da ambienti più colti che meglio controllano la lingua e la comunicazione epistolare. Tutti i documenti costituiscono però una affidabile presa diretta con i sogni, le delusioni, le paure, le speranze di chi è partito per dirigersi su rotte incerte, verso mestieri probabili e guadagni sperati. Il tema della lontananza e della nostalgia crea una compatta trama che attraversa i tanti documenti, ma il sentimento del ritorno, l’immaginazione della casa e delle persone lasciate si rivelano estremamente variegati, come se l’esperienza dell’emigrazione portasse con sé come retaggio i diversi retroterra delle persone emigrate per necessità, per fuga, per riscatto, per obbedienza, per desiderio di futuro, per obbligo.
Il sentimento della lontananza si rivela dunque parola chiave per entrare nella storia dell’emigrazione ma anche, come sostiene Zeldin, per trovare sorprendenti e insospettate continuità e vicinanze con il contemporaneo.
Roberta Corbellini, affiancata nella lettura dal regista e critico teatrale Gianni Cianchi, introdurrà il pubblico a questo straordinario epistolario. Nei testi che verranno proposti le voci di friulani emigrati nei secoli scorsi si intrecceranno con le voci di persone che sono immigrate nel nostro paese in questi anni. Due mondi accostabili per la ricorrenza di figure, simboli, parole, immagini che la lettura farà emergere.


            

Data pubblicazione 11/07/2013 14:18:00